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Credits: Luca Cantelli Enologo
Luca Cantelli si è laureato in Viticoltura ed Enologia all’Università di Firenze nel 2006. Cantelli entra presto a far parte del mondo del vino con i lavori più umili ma necessari per poter comprendere questa attività e imparare i segreti del “sangue della terra”.
Dopo varie esperienze, tra cui la direzione di una cantina di Montalcino, collaborazioni con l’Università di Firenze e ricerca in biotecnologie enologiche, inizia la professione di consulente enologo per cantine del centro Italia.
Dal 2012, dirige il Centro Enologico Toscano, punto di riferimento regionale per consulenze enologiche ed agronomiche ed Analisi chimico fisiche dei vini e terreni.
Le sue innate curiosità e passione per questo mondo sono stimolate anche dal continuo aggiornamento, arricchito da esperienze all’estero sulle diverse tecniche viticole ed enologiche, senza mai dimenticare le origini.
Come e quando è nata la passione per il vino?
Per me che sono toscano e cresciuto nelle campagne, la passione per il vino è stata una cosa spontanea, tanto che a sei anni ho fatto il mio primo vino insieme a mio padre.
Quando ha deciso che l’enologo sarebbe diventata la sua professione?
Quando all’istituto tecnico agrario ho conosciuto un enologo consulente, che mi ha spiegato ciò che faceva con passione e dedizione. Lì, ho capito che sarebbe stata la mia professione.
Quanto è importante per un enologo entrare in empatia con le persone che curano quella vigna e quelle colline?
È alla base di tutto: niente si può fare senza avere sintonia, rispetto e fiducia nelle persone che prendono parte ad un progetto di questo tipo e che concorrono alla salvaguardia del territorio.
Nell’immaginario collettivo degli appassionati di vino, dunque, non professionista, è il sommelier la figura più nota all’interno della catena “vino” mentre l’enologo lavora “dietro le quinte”. Quanto, secondo la sua esperienza, le due figure sono (se lo sono), in contrapposizione e quanto, al contrario, sono (se lo sono) complementari?
Sono, sicuramente, due figure non in contrapposizione, ma complementari ed essenziali nel panorama enologico. L’enologo accompagna il processo produttivo dall’impianto del vigneto alla bottiglia mirando alla massima qualità del prodotto ed al rispetto per la natura che lo ha permesso. Il sommelier interviene a processo produttivo completato, per promuovere il vino e la cultura del bere bene.
Pandemia e stato di salute del comparto vinicolo (Italiano e Internazionale), la sua esperienza attuale cosa può raccontare?
Sicuramente. la pandemia ha condizionato negativamente anche il settore vitivinicolo, come le attività ad esso connesse, la ristorazione e la ricettività. Negli ultimi due mesi ci sono stati importanti segnali di ripresa, sia a livello nazionale che internazionale che ci fanno essere ottimisti. Speriamo che si possa tornare nel breve periodo alla normalità che conoscevamo prima di questo virus e che questo ci sproni a incrementare anche forme di commercializzazione alternative, come ad esempio acquisti on-line che sono state la salvezza per molte realtà durante il lockdown.
L’enologo è anche una figura controversa, acclamata dai più, ma anche oggetto di forti critiche da altri. Siete accusati di “creare” vini che devono soddisfare i canoni delle guide, insomma piacere a tutti. Fantasie, oppure c’è, in alcuni casi, una base di verità?
Credo che il lavoro di un enologo sia quello di rispettare il terroir di ogni singola zona vitivinicola, cercando di valorizzare la terra, l’uva, il vino e le persone, tendendo sempre alla massima qualità senza snaturare le peculiarità di un territorio. Ritengo che questo approccio sia più entusiasmante del produrre vini omologati per assecondare le mode o il gusto dei consumatori.
Un suo pregio e un suo difetto, professionalmente parlando.
Entro facilmente in empatia con le persone con cui collaboro, questo facilita molto il mio lavoro e mi permette di creare un rapporto di fiducia e rispetto con i miei clienti, sentendomi sempre parte della squadra. Il mio difetto: difficilmente mi standardizzo e mi accontento!