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Emblema di Napoli e di tutta la Campania, il Vesuvio ha una storia lunga millenni. Il territorio che circonda il vulcano è teatro di una natura ricca dove la biodiversità è il valore aggiunto.
Strade del Vino Vesuvio e dei Prodotti Tipici Vesuviani è un’Associazione nata con lo scopo di divulgare le eccellenze enogastronomiche del territorio, note e meno note, al turista Nazionale e Internazionale. I servizi offerti consentono al turista di vivere un’esperienza di saperi e sapori di alto livello attraverso una serie di esperienze di alta qualità.
Scopriamo di più dalle parole di Clementina Iervolino, Presidente dell’Associazione.
Da quando è nata la vostra Associazione a oggi quali obiettivi prefissati avete raggiunto e quali quelli ancora da raggiungere?
Intanto grazie per il Suo interessamento e per lo spazio che ha voluto dedicare alle nostre attività. Uno dei grandi obiettivi che abbiamo raggiunto è, sicuramente, la creazione stessa di un organismo di promozione del territorio. Il Fondatore della Strada del Vino Vesuvio e dei Prodotti Tipici Vesuviani, dott. Amodio Pesce, enologo che ha contribuito in maniera determinante alla nascita della Vesuvio DOP, resta, di fatto, il pioniere nel nostro territorio dell’aggregazione tra produttori del comparto vitivinicolo, agricolo, dell’accoglienza o artigianato. Mettere in rete categorie produttive e dare visibilità ad un volano economico troppo spesso dimenticato, quando non completamente ignorato, è stato, decisamente, il principale traguardo (la conseguenza inattesa) del nostro operato.
L’ideazione di un sito, di social network dedicati alle nostre Aziende, la creazione e diffusione di una Cartina dei Comuni del Vesuvio in abbinamento con un volume edito dalla Regione Campania che invita al viaggio suggerendo percorsi enoturistici, la partecipazione ad importanti eventi e fiere di rilevanza nazionale, l’istituzione di VESUVINUM, evento a cadenza annuale che rappresenta la massima vetrina dei prodotti del Vesuvio, è quanto sin qui da noi promosso e organizzato.
Molto resta ancora da fare. Tra gli impegni già in essere, mi preme menzionare la collaborazione con l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio al progetto Europeo relativo alla diffusione del turismo sostenibile. Inoltre, è nostra intenzione sviluppare massima collaborazione con tutti gli attori preposti alla tutela e valorizzazione del territorio con particolare riferimento al Consorzio Tutela Vini Vesuvio, al Consorzio di Tutela del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, ma anche a Slow Food Condotta Vesuvio e così come con quanti condividono principi di sviluppo territoriale basato sulla sostenibilità totale.
Attraverso quali servizi/attività promuovete la divulgazione delle specialità della regione, in particolare del vino?
Il Vino rappresenta, decisamente, il prodotto premium del nostro territorio, eletto Ambasciatore in ogni nostro evento, binomio indissolubile con il Vesuvio e la sua storia, veicolo di comunicazione e testimonial di quanto di bello e di buono si produce in Italia e nel Mondo. Tanto ciò premesso mi piace confessare che è più il vino che promuove il territorio che non l’inverso. È intorno al vino, la Vesuvio DOP ma anche la IGP Pompeiana e la IGP Monte Somma, che costruiamo i nostri eventi e la nostra comunicazione.
Anuga, Vinitaly, Cibus, ma anche VitignoItalia e tantissimi altri eventi hanno fatto da vetrina ai nostri prodotti. Senza tralasciare nessuna Azienda, abbiamo promosso visibilità a marchi ed etichette nostrane in un banco espositivo dove al centro c’è sempre il vino. Forte elemento attrattore, con la proposta di piatti tipici, show cooking, degustazioni guidate, il Vino si è presentato al grande pubblico facendo conoscere tutto comparto gastronomico made in Campania oltre la rete locale.
Quali sono le peculiarità vinicole del vostro territorio?
Come dice Lei nella Sua premessa, il nostro valore aggiunto è la biodiversità. E non è un caso. La terra nera del Vesuvio è tra le zolle più fertili del Pianeta e ciò proprio in considerazione della sua origine vulcanica.
Queste caratteristiche rendono i nostri vini particolarmente freschi e aromatici. Parlo di vitigni autoctoni come il Caprettone, da anni confuso con il Coda di Volpe ma che, a partire dal 2010, grazie a una ricerca promossa dalla Regione Campania e condotta dalla facoltà di Agraria di Portici, ne è stata riconosciuta l’identità e l’unicità. Poi c’è la Catalanesca la cui origine e diffusione risale al 1500, legata ad Alfonso d’Aragona, ma prima ancora il Piedirosso, narrato da Plinio il giovane, le cui origini risalgono ai greci se non ai Volsci.
Come vede, è ancora il Vino che riesce a narrare di un territorio e non l’inverso.
Può descrivere, in breve, la strada e quali territori di interesse culturale ed enoturistico essa attraversa?
La Strada del Vino Vesuvio abbraccia l’intera Area del Sistema Territoriale Rurale 16 – Complesso del Vesuvio Monte Somma – riferibile ai seguenti 17 comuni: Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, Ercolano, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, Massa di Somma.
Inoltre, attraverso una delibera promossa e sottoscritta dal Sindaco pro tempore, dott. Claudio D’Alessio, comprende anche il Comune di Pompei.
A ben vedere, in uno con i possibili percorsi enogastronomici, alla ricerca di prodotti artigianali e manufatti locali, il territorio racchiude una cerchia di Comuni (noti chi per il vino, chi per la pasta, chi per le albicocche, chi per le chiese, chi per i musei, chi per il mare, ecc.,) sicuramente di grande interesse storico, religioso, architettonico e paesaggistico.
Perché scegliere il percorso proposto da “ La Strada del Vino Vesuvio”?
Mi riallaccio facilmente a quanto le dicevo prima. La Strada del Vino Vesuvio e dei Prodotti Tipici Vesuviani propone percorsi sensoriali fortemente orientati alla sostenibilità turistica. Con l’ente Parco Nazionale del Vesuvio, come già detto, è in essere un progetto/programma di promozione territoriale teso a fornire un ventaglio di proposte turistiche indirizzate alla crescente domanda di una crescente fetta di viaggiatori che cercano nuove “Strade” alla scoperta di cose buone da mangiare e da bere unitamente a tesori della nostra bella Italia di cui nessuno parla ma che restano di rilevanza culturale.
Credo, fermamente, che il Vesuvio, la nostra superba e “terribile” icona, possa offrire 360 gradi di scorci unici e suggestivi, ognuno legato ad un Comune ricco di storia e di cose da scoprire. E tutti con la stessa positiva amichevole propensione all’accoglienza.
E, dunque ,- Perché il Vesuvio? – chiede Lei. – E perché no? – rispondo io.