Vino & Altre Storie

Luca Balbiano: Urban Vineyard Association

Written by Veronica Lavenia

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“Museo vuol dire anche territorio. Ed è nei musei che può essere coltivata quell’azione di recupero e valorizzazione storico, culturale e paesaggistica del territorio, rendendolo produttivo per la collettività e per il futuro.

Con questo intento nasce la Urban Vineyards Association (U.V.A.), di cui “La Vigna di Leonardo” è un onorato membro: una rete internazionale che ha l’intento di tutelare il patrimonio rurale rappresentato dalle vigne urbane, coltivazioni uniche all’interno di un’area metropolitana”.

Così, Alessandro Cotroneo, direttore de La Vigna di Leonardo, nell’intervista disponibile qui, esprime l’essenza della cultura vitivinicola che, in un paese ricco di storia, anche enogastronomica come l’Italia, e in un continente antico come l’Europa, si estrinseca in progetti interessanti che sposano la tradizione con la contemporaneità.

©Urban Vineyard Urban Vineyard Association

Questa è la filosofia di U.V.A. (Urban Vineyards Association), Associazione Internazionale, nata con l’obiettivo di tutelare, valorizzare e divulgare il patrimonio rurale, storico e paesaggistico, rappresentato dalle vigne urbane.

Un progetto così innovativo non poteva che nascere in Italia e, da qui, coinvolgere anche quanti nel mondo vogliono contribuire a costruire un futuro migliore, partendo dalla natura e dalla conservazione della stessa.

Luca Balbiano, Presidente di U.V.A. ne racconta storia e progetti.

©Urban Vineyard Association- Vigneti della Laguna

“La sostenibilità salverà il mondo”. Questo è lo slogan della vostra Associazione. Un pensiero quanto mai attuale in tempi di cambiamenti climatici. Dalla sua nascita a oggi, quali obiettivi avete raggiunto e quali ancora quelli da perseguire?

Quando siamo partiti eravamo quattro realtà, tutte in Italia. Nessuno sapeva dell’esistenza delle vigne in città e, spesso, non si comprendeva bene neanche cosa fossero, ritenendole un concetto quasi contraddittorio.

Oggi, contiamo undici vigne associate di cui tre in Francia e una negli Stati Uniti, a New York. Siamo in contatto con la vigna di Tokyo e con quella di Londra e con altre sparse nel continente europeo che, speriamo, possano entrare presto in U.V.A. Chiaramente, non tutte le vigne urbane sono uguali, alcune rappresentano dei tesori viventi di storia e cultura da tutelare e divulgare, altre sono degli interventi pionieristici che migliorano l’impatto ambientale delle città.

©Urban Vineyard Urban Vineyard Association

Al di là degli obiettivi individuali che ogni vigna urbana persegue, quello che collettivamente, come associazione, intendiamo raggiungere è sensibilizzare il grande pubblico sul valore e l’importanza che queste opere di agricoltura urbana hanno. Non solo per i cittadini e i turisti che le frequentano abitualmente o le scoprono durante un breve soggiorno, ma anche per la qualità dell’ambiente circostante.

©Urban Vineyard Association-Vigneti della Laguna

Le vigne in città sono ancora qualcosa a cui si è poco abituati. Eppure, la loro potenza, sotto vari aspetti (estetico, agricolo, storico…) è notevole. Dal punto di vista prettamente tecnico, anche in termini di biodiversità, quali sono le particolarità delle “vigne metropolitane”?

Uno dei nostri obiettivi è quello di portare avanti progetti di tutela e recupero di ceppi centenari di vitigni autoctoni o minori, sopravvissuti fino a oggi ma che rischiano di scomparire. È il caso, ad esempio, della vigna di Siena: qui, sono stati reimpiantati vitigni autoctoni come il Gorgottesco e il Giacchè, o quello della Vigna di Torino, dove abbiamo voluto preservare il vitigno originario, la Freisa, che dissetava il primo re d’Italia ma che oggi rappresenta solo circa il 2% della produzione piemontese.

©Urban Vineyard Urban Vineyard Association

In breve, quali sono le caratteristiche peculiari delle vigne urbane coltivate dai vostri associati, sia Italiani che stranieri?

Come accennavo, ogni vigna urbana è una realtà a sé stante con origini e caratteristiche differenti. La vigna di Catania è alle pendici dell’Etna mentre quella di New York è in cima a un grattacielo di Manhattan. Ci accomuna, però, il concetto di resilienza: portare la coltivazione della vite là dove l’evoluzione dell’uomo l’ha cancellata durante i secoli o dove mai nessuno avrebbe pensato potesse nascere.

©Urban Vineyard Urban Vineyard Association-Senarum Vinea

 Il vigneto e il vino come veicolo di cultura. Quanto Associazioni come la vostra e associati come, ad esempio, il museo “La Vigna di Leonardo”, possono contribuire a tale divulgazione soprattutto tra le giovani generazioni?

Moltissimo. Il vino è una delle bevande più antiche prodotte dall’uomo, ha accompagnato ogni momento della nostra evoluzione poiché sanciva gli eventi più significativi della vita pubblica e privata di ogni strato sociale: vittorie sui campi di battaglia e feste di paese, matrimoni, funerali, riunioni di famiglia o celebrazioni religiose. Allo stesso tempo il vino è convivialità pura, molto lontano da un concetto di cultura “didattico” e libresco.  Ecco che, visitando la vigna di Milano o quella della Regina, ci avviciniamo a personaggi come Leonardo da Vinci o Vittorio Emanuele II in un modo insolito ma accattivante anche per il pubblico più giovane. 

©Urban Vineyard Urban Vineyard Association-Rooftop Reds

Nel “Futurismo delle città”, per citare una vostra frase, pensa vi sarà abbastanza spazio per progetti preziosi come il vostro soprattutto nei maggiori paesi produttori di vino?

È quello che ci auguriamo vivamente. Creare dei cuori verdi all’interno di metropoli e città con un’alta densità abitativa è una strategia che consente benefici non solo turistici ma anche ecologici culturali e sociali.

About the author

Veronica Lavenia

PhD.
Writer, book author, essayist and magazine contributor, some of her works have appeared in the most popular International magazines.
Digital Content Manager and Communication Manager at "The Wolf Post", since the birth of the platform.

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