Credits: Emiliano Falsini Enologo
L’obiettivo primario di un enologo è di riuscire a donare al titolare dell’azienda vitivinicola e, quindi, anche al consumatore finale, il “vino perfetto”, valorizzando e ottimizzando al meglio il frutto degli dei: le uve.
Il vino “perfetto” esiste veramente? Qualcuno ha definito il vino perfetto quello che incontra i favori dei produttori, altri quello dei consumatori. C’è chi, inoltre, sostiene che il vino perfetto è quello privo di difetti, eppure sappiamo che, talvolta, una piccola imperfezione può trasformarsi in un valore aggiunto, un esempio su tutti i vini “brettati”, amati e odiati, allo stesso tempo.
Aggiungendo un nuovo capitolo alla rubrica, che dà voce agli enologi, ci rivolgiamo alla fonte più autorevole per comprendere se il vino perfetto esiste e in che misura.
Chi, meglio di un enologo può conoscere la fatica e le molteplici variabili che riguardano la produzione del vino dalla vigna all’imbottigliamento. Eppure, spesso, i giudizi più spietati sul vino arrivano da chi degusta solo il prodotto finale senza aver assistito all’intero percorso produttivo. Per questo, solo un enologo può, realmente, sapere se esiste il vino perfetto e quando lo stesso può definirsi tale, secondo la sua esperienza.
Un vino che emoziona, per me, è un vino che esprime vitigno e territorio di appartenenza con qualità organolettiche capaci di emozionare e trasmettere a chi lo degusta un messaggio capace di appagare totalmente i sensi.
C’è un difetto che teme particolarmente?
Dipende dal vino, ma in particolare ossidazione e Brettanomyces sono difetti che tollero poco.
Quali sono le operazioni, o le strategie, che mette in atto per evitare che tale problema possa presentarsi?
Attenzione, pulizia e monitoraggio costante dei vini con assaggi ripetuti.
Un suo pensiero sui vini “brettati”: difettati a prescindere oppure un’esperienza interessante comunque?
Personalmente, lo considero sempre un difetto che inficia la qualità del vino. I difetti omologano i vini e fanno perdere la parte emozionale del vino, il Brettanomyces è, sicuramente, uno dei difetti più gravi e che non desidero mai nei miei vini.