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La Toscana è una delle regioni con un patrimonio non solo artistico ma anche enogastronomico tra i più ricchi d’Italia. Meta di milioni di turisti che amano ogni suo angolo. Pisa è una delle città più apprezzate, con la sua torre simbolo per eccellenza ma anche la suggestiva Piazza del Duomo con complesso architettonico così unico al mondo da essere definito “Campo dei Miracoli”.
La ex Repubblica marinara è una delle città Italiane con la più alta concentrazione di testimonianze artistiche, nonché sede di una delle più rinomate Università, la Normale di Pisa, fortemente voluta da Napoleone Bonaparte.
Pisa è tutto questo e molto di più. Una città da visitare a piedi o in bicicletta fino a spingersi oltre la città, nella sua provincia altrettanto ricca di storia per un vero e proprio tour enogastronomico che comprende, tra l’altro, alcune tra le più quotate aziende del settore vinicolo, olivicolo e caseario. Non solo. La “Strada del vino Colline Pisane” offre molto altro al turista che vuole vivere il territorio e la sua cultura a tutto tondo.
Scopriamo di più dalle parole del suo Presidente, Andrea Acciai.
Quando nasce “La Strada del vino delle colline Pisane” e quali opportunità offre al turista, anche al di là delle proposte enogastronomiche?
La Strada del Vino delle Colline Pisane è nata il 14 luglio 1998, giorno nel quale è stato sottoscritto l’atto costitutivo tra diversi enti locali e aziende produttrici. Tutto ciò, sotto la spinta della normativa nazionale e regionale che la configurano, in sintesi, come itinerario turistico in grado di valorizzare il territorio, le relative produzioni agricole e agroalimentari, i beni di interesse ambientale e culturale. In questo senso, specie nel corso degli ultimi anni, grazie a progetti mirati di turismo esperienziale, abbiamo cercato di far interagire le varie componenti in modo di ampliare la gamma delle opportunità turistiche offerte. Mirando a creare esperienze con forti connotati di unicità, emozionalità, relazionalità, benessere psico-fisico le nostre aziende sono in grado di proporre visite e degustazioni dei loro prodotti di qualità certificata non disgiunte da attività legate alla conoscenza del territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico, storico artistico. Ad esempio, con la ricerca dei vari tipi di pregiato tartufo dei quali fortunatamente il nostro territorio dispone; dei fossili che caratterizzano il terroir nella produzione dei vini; del pescaturismo che mette insieme la rievocazione di storiche battaglie navali con aree marine protette; della cucina con il calore geotermico; dei laboratori su come viene prodotto il formaggio; della smielatura degli alveari muniti di tuta da apicoltore alla ricerca dell’ape regina; del trekking con gli asini oppure di tour condotti con l’utilizzo di bike, della mitica Vespa o di auto d’epoca; dell’osservazione delle stelle all’Osservatorio Astronomico; delle visite guidate teatralizzate in storiche ville popolate da fantasmi; del relax in bio-agriturismo, con bagno del siero di latte di pecora, o in Spa con acqua termale; della scuola di golf con maestro; della visita in laboratori artigiani alla scoperta di come si lavora l’alabastro. Per non dire delle visite guidate in borghi che hanno fatto la storia della Toscana e non solo. Il tutto in chiave di sostenibilità ambientale.
Può descrivere, in breve, il percorso e quali territori di interesse culturale ed enoturistico esso attraversa?
La Strada del Vino delle Colline Pisane attraversa un vasto territorio di antiche origini, un ambiente unico modellato dal lavoro dell’uomo a partire dall’epoca etrusca e che esprime una sintesi delle migliori caratteristiche della Toscana: varietà di paesaggio, di colori e qualità dei prodotti della terra. Lungo il percorso, e non solo, è possibile emozionarsi di fronte di paesaggi incontaminati, ampi, a tratti aspri e selvaggi; delle dolci colline coltivate a vite ed olivo, o coperte da vaste distese di grano talora sostituite, in questi ultimi anni, da campi di lavanda i cui profumi si mescolano con quelli della macchia mediterranea. Senza dimenticare la varietà dei sapori proposti dalla cucina locale. Il viaggio in auto, ma anche in bicicletta, a cavallo o, semplicemente, a piedi rappresenta una esperienza visiva e sensoriale a tutto tondo. Strade tortuose e panoramiche conducono a luoghi ricchi di storia, cultura e arte: dai romantici borghi e imponenti casali circondati da colture agricole, boschi e riserve naturali, come ad esempio i centri e le frazioni periferiche di Terricciola, anche Città del Vino, Capannoli, Peccioli e Ponsacco, ovvero i comuni nostri associati, dotati anche di sistemi museali di pregio e altri punti di interesse storico e artistico. Per non dire dell’attrattività che rivestono musei come quella della Fondazione Piaggio dedicato alla Vespa, icona mondiale delle moto, e teatri all’aperto come il Teatro del Silenzio, riferimento della grande musica internazionale. Un cenno particolare a percorsi come la Via Francigena oppure al Grande Percorso Naturalistico delle colline pisane i quali, integrandosi perfettamente con quello della Strada del Vino, favoriscono il turismo lento legato alla fruizione di spazi aperti sia a piedi che con l’utilizzo della bicicletta. In sintesi, interessi culturali ed enoturistici si fondono attraverso un percorso che unisce, sostanzialmente nella parte a Sud del Fiume Arno, tanto per nominare i centri più importanti, San Miniato a Montopoli Valdarno, Pontedera, Palaia, Peccioli, Terricciola, Crespina Lorenzana, Casciana Terme Lari, Chianni sino a Lajatico, ma che di fatto poi collega a Nord della provincia di Pisa le aree vitivinicole vocate di Vicopisano, mentre a Sud Volterra e in senso più ampio la Val di Cecina e, sul versante più rivolto al mare, Santa Luce, Riparbella e Montescudaio. In questi ambiti comunali, troviamo le principali aziende enoturistiche molte delle quali offrono, oltre a degustazione di vini abbinate ad altri prodotti di qualità del territorio, possibilità di alloggio. Particolare interessante il fatto che alcune cantine rientrano tra gli esempi di cantine d’autore segnalate dal punto di vista architettonico sia in ambito di specifici progetti che attraverso segnalazioni su riveste internazionali.
Quali caratteristiche tipiche del territorio possiedono i vini e gli oli delle colline Pisane che caratterizzano le strade da voi suggerite?
Per quanto riguarda i vini abbiamo cercato di sintetizzarli con la seguente definizione: l’eleganza toscana, la passione mediterranea. Nel territorio della Strada del Vino delle Colline Pisane, come già anticipato, vocato sin dall’epoca etrusca, vengono prodotti vini di qualità riconducibili a indicazioni geografiche o denominazioni di origine le quali, oltre a rappresentarne un valore aggiunto, svolgono un compito fondamentale nella tutela del patrimonio culturale, dei metodi produttivi tradizionali e delle risorse naturali. Tra queste, a partire dal 192,7 il vino Chianti DOCG, uno dei primi simboli del Made in Italy, a base di Sangiovese e dal vivace colore rosso rubino che ben si presta ad ogni occasione e che migliora con l’invecchiamento. Altra denominazione tradizionale è il Bianco Pisano di San Torpè DOC, vino dal sapore secco, armonico e delicato e dal profumo vivace, da bere fresco e giovane, a base di Trebbiano Toscano e, in percentuale minore, di altri vitigni bianchi quali il Vermentino e lo Chardonnay. Interessante la storia del nome che deriva dal centurione romano Terpezio, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, cortigiano di Nerone e da questi fatto decapitare a Pisa, il 29 aprile 68, a seguito della sua conversione al cristianesimo. Dopo la morte il corpo fu abbandonato sopra una imbarcazione, insieme a un gallo e ad un cane, alla foce dell’Arno, quindi ritrovato nelle vicinanze di Saint Tropez così ribattezzata in onore del Santo.
Nel 1999, è stata riconosciuta la DOC Montescudaio riservata alle tipologie “Montescudaio Rosso”, a base di vitigni Cabernet Franc e Sauvignon, Merlot e Sangiovese almeno al 50%, dal colore rosso più o meno intenso, odore intenso e sapore asciutto e armonico, di buona corposità; “Montescudaio Bianco”, a base di vitigni Chardonnay, Sauvignon e Vermentino, dal colore giallo paglierino più o meno intenso, odore fine e fruttato, sapore asciutto, sapido e armonico; “Montescudaio Rosso riserva” a base di vitigni Cabernet, Merlot e Sangiovese, dal colore rosso rubino con sfumature granata, odore ampio e complesso, sapore caldo, armonico e persistente. Più di recente, a partire dal 2011, è stata riconosciuta la DOC Terre di Pisa nelle due versioni “Terre di Pisa Rosso”, a base di Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon e Merlot, e “Terre di Pisa Sangiovese” a base di Sangiovese con un minimo del 95%. Su tutto il territorio i vini ad Indicazione Geografica Tipica (IGT) racchiudono una grande varietà di tipologie che, secondo peculiari scelte aziendali, riflettono il legame con il territorio, al cui interno rientrano la gran parte dei cosiddetti Supertuscans, vini di grande struttura e longevità grazie ad un’accurata selezione in vigneto, un’attenta vinificazione ed un affinamento in barriques o tonneaux.
Le colline pisane, oltre al vino, rappresentano un territorio di elezione per l’olio extra vergine d’oliva, prodotto anche con certificazione di qualità IGP Toscano. La coltivazione dell’olivo è documentata fin dall’epoca etrusca anche se solo a partire dagli ultimi secoli del Medioevo ha acquisito una reale importanza con l’espansione delle coltivazioni continuata fino al XV secolo, per raggiungere il massimo all’inizio del XVIII secolo. Il prodotto è ottenuto dai frutti di diverse varietà di olivo quali Frantoio, Gremignolo, Leccino, Mignolo, Moraiolo, Pendolino e altre presenti negli oliveti da sole o congiuntamente per almeno il 95%. In genere, si presenta di colore dal verde al giallo oro, odore fruttato accompagnato da aroma di mandorla, carciofo e frutta matura; è indicato per primi piatti, zuppe di legumi della cucina locale e regionale e sulla tradizionale bruschetta; si caratterizza per un livello di acidità massima totale che varia fra 0,5 e 0,6 g per 100 g di olio.
Non solo vino e olio ma anche degustazioni volte alla divulgazione delle specialità casearie come il formaggio Pecorino DOP e il tartufo delle colline sanminiatesi. Cosa offrono al visitatore le aziende di queste due specialità toscane?
Siamo fortunati in quanto il territorio che rappresentiamo esprime più di una eccellenza dal punto di vista gastronomico. Oltre al vino e all’olio Extravergine d’oliva, già citati, vorrei segnalare, prodotti dai nostri associati, una pasta artigianale al germe di grano unica in Toscana, salumi e insaccati secondo ricette e tecniche tradizionali locali, e, per non farci mancare niente, liquori tra i quali un gin biologico 100% realizzato con ginepro toscano. In risposta alla domanda evidenzio come nella Strada del Vino vengono prodotti vari tipi di formaggio pecorino di elevata qualità tra i quali due Denominazione di Origine Protetta: il Pecorino Toscano e quello delle Balze Volterrane. Il Pecorino delle Balze Volterrane DOP evidenzia già nel nome uno stretto legame con un territorio di origine più delimitato e caratterizzato dalle “balze”, grandi voragini scavate dalle acque meteoriche. Esso è ottenuto dalla lavorazione di latte ovino crudo di pecore di razza Sarda allevate nella zona di produzione e caglio vegetale ricavato dalle infiorescenze di cardo o cardo selvatico che si percepisce nel profumo. Il Pecorino Toscano DOP è un formaggio a pasta tenera o semidura, prodotto con latte ovino intero in forme caratterizzate da una crosta di colore giallo; di sapore dolce, può essere usato come formaggio da tavola o per grattugiare, in funzione del grado di stagionatura. Ultimo, ma per questo non meno importante, è il tartufo bianco delle colline sanminiatesi, così come definito dalla legge regionale Toscana, il più profumato e prelibato dei tartufi in Italia, se non del mondo. Anticamente, definito “cibo degli dei”, viene raccolto con l’ausilio di cani addestrati allo scopo nel periodo da settembre a dicembre nelle aree boscate di fondovalle e collinari, oppure lungo i corsi d’acqua. Si narra che all’imperatore Napoleone Bonaparte, che soggiornò a San Miniato nel 1796 per una visita allo zio canonico durante la campagna d’Italia, piacesse molto il tartufo di queste zone. Nelle colline pisane sono stati raccolti tartufi bianchi di dimensioni eccezionali: nel 1954 a San Miniato ne venne trovato uno dal peso di Kg 2,52 donato all’allora Presidente degli USA; nel 2007 a Palaia ne è stato raccolto uno dal peso di circa 1,5 kg, aggiudicato ad un’asta di beneficenza per 220.000 euro, tanto da essere inserito nel Guinness dei primati. L’invito che vorrei lasciare ai nostri potenziali visitatori si potrebbe così riassumere: “lasciatevi sedurre dai prodotti della nostra enogastronomia e da un buon bicchiere di vino delle colline pisane!”.
Il visitatore interessato al percorso a chi si può rivolgere per eventuali informazioni, reperimento mappe e simili?
Eventuali informazioni su aziende, prodotti, attività promozionali, proposte di turismo esperienziale possono essere raccolte sul sito: www.stradadelvinocollinepisane.it, attualmente in fase di ristrutturazione. Proposte di turismo esperienziale sono anche inserite nel sito della Federazione Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana: www.stradevinoditoscana.it/booking/#bookFrame. La Strada del Vino delle Colline Pisane è partner di “Terre di Pisa” brand di promozione e valorizzazione turistica, nato per iniziativa della Camera di Commercio di Pisa, poi divenuto il nome dell’omonimo Ambito turistico in base alla nuova normativa sul turismo in Toscana. Altre informazioni, materiale informativo , mappe e simili pertanto possono essere reperite o richieste tramite www.terredipisa.it.