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Leonardo da Vinci è l’essenza della Toscana, terra che gli diede i natali, dove si formò e nella quale ha lasciato segni preziosi del suo genio.
Artista poliedrico, già al tempo, noto oltre i confini Italiani, Leonardo fu anche molto legato a Milano, città nella quale visse vent’anni, al servizio del duca Ludovico il Moro, e alla quale regalò varie forme del suo magistrale talento.
Per Milano, Leonardo progettò una città ideale di cui disegnò vari particolari ma che non fu compresa al tempo mentre oggi essa rappresenta una delle espressioni più elevate della civiltà del Rinascimento.
Ludovico il Moro, affascinato dalla creatività di Leonardo, gli donò una vigna oggi riproposta nel rispetto dei filari e del vitigno originari.
Una vigna molto cara al genio Toscano, il quale, una volta lasciata Milano, a seguito dell’ingresso delle truppe di Francia e della sconfitta di Ludovico il Moro, la affittò al padre del suo allievo, Gian Giacomo Caprotti, detto il Salaì.
Leonardo riconquisterà la vigna quando i Francesi gliela confischeranno e, nel 1519, poco prima di morire, la citerà nel testamento, lasciandone una parte a un servitore e un’altra parte proprio al Salaì.
Sui terreni della vigna grande di San Vittore, il duca di Milano Ludovico il Moro immaginava di costruire un nuovo quartiere residenziale, dove alloggiare i suoi uomini più fedeli. Sulla mappa della città, di quel sogno,cinuqe secoli dopo, resta in piedi soltanto la Casa degli Atellani.
Scopriamo di più dalle parole di Alessandro Cotroneo, direttore di Casa de La Vigna di Leonardo.
“Una casa, una vigna, un giardino”, questo lo slogan de “La vigna di Leonardo”, un museo che celebra il genio toscano, mettendone in luce aspetti forse ancora poco noti, esaltandone il mito. Cosa rappresenta questo museo per la città di Milano e per l’Italia tutta in termini culturali e di richiamo turistico di alto livello?
La ricerca dell’Università degli Studi di Milano, che ha condotto il Professor Scienza e la sua equipe, al recupero del DNA del vitigno del genio di Vinci, è stata considerata dal Ministero degli Affari Esteri uno dei più importanti ritrovati scientifico-culturali del nuovo Millennio.
Il Museo di Casa degli Atellani e Vigna di Leonardo rappresenta un esempio, sul panorama culturale nazionale, di recupero storico delle nostre radici. La Vigna di Leonardo mira a essere ambasciatrice di un turismo responsabile, nel sostegno della bellezza del proprio territorio. Un’antica, e allo stesso tempo moderna, forma di turismo che riconosce la centralità della comunità ospitante e del suo territorio e il suo diritto di essere partecipe attiva della Storia della nostra cultura.
Il viaggio nella Storia del Rinascimento milanese si completa nella figura di Leonardo in un’area naturale, indisturbata e incontaminata nei secoli, con l’obiettivo di ammirare e apprezzare lo scenario della Vigna come manifestazione di un dono senza tempo. Con lo scopo di promuovere la conoscenza e la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale che Leonardo ci ha lasciato, nel rispetto di un ambiente che è e resterà per sempre metodo di pagamento dell’opera somma dell’Ultima Cena.
Quando è nato il Museo e che storia racconta?
Il Museo nasce da un progetto datato 2007 e concretizzatosi con Milano Expo 2015. Il patrocinio della Fondazione Portaluppi e quello del Presidente della Repubblica Italiana hanno sostenuto la ricerca del DNA del vitigno ad opera della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Milano. Il 1 maggio 2015 Casa degli Atellani e la Vigna di Leonardo sono divenuti la sede degli eventi governativi del fuori Expo in centro città.
La storia che il nostro Museo racconta è quella del Rinascimento milanese. La Storia del Duca di Milano, Ludovico il Moro, il quale, a partire dalla Casa degli Atellani ha realizzato il Suo sogno di un quartier generale che potesse essere sede di un concentrato di bellezza e cultura attraverso la presenza di Bernardino Luini, di Donato Bramante e di Leonardo da Vinci.
Può descrivere, in breve, com’è articolata la visita e quali reperti, maggiormente di valore, è possibile ammirare?
Casa degli Atellani e Vigna di Leonardo sono una realtà museale, aperta al pubblico dal Martedì alla Domenica. Si organizzano visite guidate e visite audioguidate: entrambe accompagnano i visitatori attraverso le corti d’ingresso di Piero Portaluppi, il piano terra della Casa, che si articola in Sala dello Zodiaco, Sala dei Ritratti, Sala dello Scalone e Studio del Senatore Ettore Conti. La visita prosegue attraverso il Giardino delle Delizie e la Vigna di Leonardo, racchiusa al suo interno.
Il percorso è un cerchio: per dirigersi all’uscita il pubblico deve ripercorrere i propri passi. In questo modo, il visitatore ha l’occasione di soffermarsi su opere d’arte e reperti storici che testimoniano l’anima antica e moderna di questo luogo.
Su tutto, l’Opera Malvasia di Milano: il prezioso vino raccolto dalla prima vendemmia – anno 2018 de La Vigna di Leonardo è oggi esposto all’interno di una teca sotto la volta affrescata da Bernardino Luini, al centro della Sala dei Ritratti, dopo il viaggio che il 22 luglio scorso lo ho portato ad essere presentato a Venezia – nella Scuola Grande della Misericordia – nell’ambito delle celebrazioni per la Biennale.
Che ruolo ricoprono musei come questo nella divulgazione della cultura vinicola e non solo, soprattutto tra i giovani?
Museo vuol dire anche territorio. Ed è nei musei che può essere coltivata quell’azione di recupero e valorizzazione storico, culturale e paesaggistica del territorio rendendolo produttivo per la collettività e per il futuro.
Con questo intento nasce la Urban Vineyards Association (U.V.A.) di cui La Vigna di Leonardo è un onorato membro: una rete internazionale che ha l’intento di tutelare il patrimonio rurale rappresentato dalle vigne urbane, coltivazioni uniche all’interno di un’area metropolitana. Patrimonio agricolo, storico e culturale di enorme valore, le viti coltivate all’interno delle città, infatti, sono spesso dei veri e propri tesori di biodiversità, varietà antiche e rarissime.
Sempre più il futuro si lega alla dimensione cittadina. Ed ecco, quindi, che una rete di vigne urbane può diventare un’occasione di scambio e di dialogo perché ci sia più consapevolezza nelle generazioni presenti e future sulla misura dell’uomo all’interno delle città.
Quali gli obiettivi da raggiungere nel prossimo futuro e/o progetti che hanno per protagonista il museo?
Il presente e il futuro del Museo è il Vino di Leonardo da Vinci: “La Malvasia di Milano”.
Nel 2018, la prima vendemmia della Vigna di Leonardo ha dato i suoi frutti, poi vinificati in anfore di terracotta ipogee, secondo il metodo medievale; “La Malvasia di Milano”, il prezioso vino prodotto, è stato, quindi, raccolto in 330 Decanter, riprodotti da Alberto Alessi per Cascina Eugenia sul disegno di Leonardo da Vinci presente al folio 12690 del Codice Windsor.
Consci dell’alto valore del successo del progetto storico e scientifico del Vino di Leonardo, abbiamo fortemente voluto che questo si legasse a una nobile causa e a un segno tangibile.
Il 15 settembre 2021, la più grande Fondazione Italiana che raccoglie fondi per la lotta contro la leucemia, il Comitato Maria Letizia Verga, ha organizzato presso il nostro Museo la prima asta e le prime 3 bottiglie di 330 sono state battute in anteprima mondiale. Sono state assegnate, rispettivamente, a 8mila, 10mila, 10mila, per un incasso complessivo di 28mila euro. L’intero ricavato dell’evento è stato destinato al progetto di ricerca sul passaporto genetico che mira a individuare il profilo genetico di ogni bambino malato di leucemia e linfomi, al fine di studiare una terapia personalizzata più mirata e offrire quindi un’opportunità di guarigione in più dalla malattia.
La ricerca genetica che ha reso possibile la rinascita di un vino unico nel suo genere, grazie al recupero del DNA del vitigno, regala ai bambini ricoverati al Centro Maria Letizia Verga la speranza di un futuro. E di questo futuro, di questo segno tangibile, abbiamo scritto solo il primo passo.