The Wolf Post, supported by a Cultural Association, offers a professional service with free access, without subscription.
For this reason, a donation would also be a sign of appreciation for our work.
Credits: Dario Parenti Enologo
“The Wolf Post”, ha già evidenziato, in precedenti interviste, quanto il cambiamento climatico fosse una realtà con cui confrontarsi oggi e non più domani.
L’estate 2022 sarà ricordata in Europa, in particolar modo, nel versante meridionale del Continente, come la più calda e siccitosa. La differenza rispetto ad altre stagioni, come la scorsa estate, risiede nella durata delle temperature elevate.
La siccità mette a dura prova l’agricoltura e il settore vitivinicolo non è escluso. In Italia, il Nord deve confrontarsi con una realtà nuova come il razionamento dell’acqua. Le prossime estati potrebbero esser ancora più calde.
Le sfide per l’enologo sono molteplici. Alla figura cruciale del settore chiediamo un pensiero sul tema e sulle problematiche attuali.
Il pensiero dell’enologo Dario Parenti.
Estate 2022: quali difficoltà, dovute alla siccità e al perdurare del caldo, stai riscontrando nel tuo lavoro, attualmente?
Non solo è un’Estate difficile, ancor di più lo sono stati i passati Inverno e Primavera: solo nel 2017 e nel 2003 avevamo assistito a una carenza di piogge così marcata per così tanti mesi di seguito. Se non altro, abbiamo avuto meno gelate tardive rispetto cinque anni fa e all’anno scorso, per fortuna.
Al momento, le problematiche di stress idrico sono più contenute per la vite rispetto altre coltivazioni, già in grande sofferenza ma, se la situazione non migliora, rischiamo di andare incontro a rischi crescenti sia per la quantità che per la qualità: i processi di formazione dei precursori aromatici e polifenolici sono già iniziati ma rischiano di non essere efficienti dove vi è carenza idrica. E senza piogge l’avvizzimento dell’acino, con conseguente ovvia riduzione quantitativa, è un potenziale grosso problema, soprattutto dopo un’annata, la 2020, che aveva avuto un forte decremento produttivo.
Come stai affrontando le eventuali emergenze, anche in vista della vendemmia?
La maggior parte dei vigneti non è ancora in sofferenza ma, stante ancora così la situazione, i problemi dovuti alla siccità sono sempre più prossimi a presentarsi. Stanno già soffrendo la siccità quei vigneti con terreni troppo sciolti e, ovviamente, quelli appena impiantati: ancora più inevitabile in questo caso compensare la mancanza di acqua piovana, aggiungendola direttamente. Per i vigneti in produzione è poi indispensabile pensare a una gestione del terreno che favorisca sia la penetrazione delle rare acque piovane che la preservazione dell’umidità negli strati più bassi.
Differenze di criticità tra vigneti del nord e del sud (abituati, questi ultimi, a temperature estreme e siccità)?
Anche al sud c’è stato un proporzionato aumento delle temperature nonché una diminuzione delle già sporadiche precipitazioni, in uno scenario generalmente più difficile del nostro. Ma, come dici bene, l’abitudine ad assenza di piogge è più radicata nel tempo e sono stati, a suo tempo, scelti portinnesti, sistemi per l’irrigazione d’emergenza, varietà e forme d’allevamento consoni a fronteggiare queste difficoltà.
In Toscana, tuttavia, abbiamo da sempre puntato su un vitigno, il Sangiovese, che fronteggia i cambiamenti climatici meglio della maggior parte delle altre varietà: se trova la sua giusta combinazione fra struttura del suolo ed esposizione con il global warming potrebbe anche migliorarsi, in certi specifici casi. Ovviamente, e inevitabilmente, quando gestito in conseguenza di un’oculata analisi del suo rapporto con suolo e clima.
Come si adatta il tuo lavoro in vista di tempi in cui il clima, tanto in estate come in inverno, condizionerà sempre più (e non positivamente) il lavoro degli imprenditori agricoli?
Abbiamo già in parte modificato l’approccio alla viticoltura e all’agronomia degli ultimi quindici-venti anni favorendo pratiche più adatte a questi nuovi scenari climatici nonché a rimodulare le scelte sia a livello di impianto del vigneto che nelle operazioni annuali. La potatura, per fare un esempio sul lavoro invernale, la stiamo posticipando il più possibile così da evitare che eventuali gelate tardive possano colpire i giovani germogli compromettendo l’annata già in partenza. In Estate, invece, se è sempre più in uso la pacciamatura del suolo, pratiche come la sfogliatura e il diradamento, estremamente in voga nei primi anni Duemila, sono ora applicate con molta più circospezione rispetto a prima.