Un’Associazione nata negli Anni ’90 del secolo scorso, volta a preservare e divulgare la storia del prodotto, packaging accattivanti, una comunicazione costante, capillare ed efficace, così la Provenza, in pochi decenni, è diventata il simbolo dei vini rosati. Il Rosé un’arte e non un vino da comparsa, con personalità e storia proprie. Questo, in sintesi, il messaggio veicolato dai produttori francesi nella loro campagna di marketing “pro rosé”. Non una moda ma un vino con un’identità, appartenenza a un territorio. Il successo non tarda ad arrivare, complici l’aroma delicato e il colore tipico del Rosé che ha affascinato e attrae, tutt’ora, soprattutto le giovani generazioni.
Negli ultimi anni, secondo quanto confermato da vendite e statistiche, i vini rosati stanno ottenendo uno spazio importante anche in una nazione “Rossa” per eccellenza come la Spagna. Non solo perché il rosado è apprezzato dalle donne ma anche perché risulta essere la tipologia di vino preferita dai giovani e da chi si avvicina al mondo del vino.
Dal rosa più tenue ai toni più violacei, il vino rosé offre un’ampia gamma di colori, caratterizzati dai pigmenti contenuti nella buccia delle uve rosse.
Il rosato può essere ottenuto in tre modi: per contatto con le bucce, per metodo Saignée, per macerazione.
Contatto con le bucce:
Questa tecnica consiste nella pigiatura di uve a buccia rossa, lasciando che rimangano a contatto con il mosto per un breve periodo (di solito, due o tre giorni). Successivamente, le uve vengono pigiate e le bucce scartate invece di lasciarle a contatto durante tutta la fermentazione (come nel caso del rosso). Più a lungo le bucce rimangono a contatto con il mosto, più intenso sarà il colore del vino che ne deriverà.
Metodo Saignée:
Nasce come sottoprodotto della fermentazione del vino rosso. Durante la macerazione del vino rosso, il produttore preleva dalla vasca il 10% del succo, in modo da ottenere, da un lato, un vino rosso più concentrato e, dall’altro, un rosato dal colore più intenso.
Macerazione:
Il succo viene lasciato con le bucce per un breve periodo di tempo per ottenere il colore e la tinta delle bucce prima di rimuoverle.
Sebbene i rosati possano essere prodotti con quasi tutte le varietà di uva, come Syrah, Cariñena, Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Merlot o Cinsault, in Spagna, le principali varietà per la produzione di vino rosato sono Garnacha e Tempranillo.
Tra i rosati Internazionali presentati, “The Wolf Post” ha selezionato cinque vini rosati spagnoli, di cui si rimanda alle recensioni di Piero Pardini, consigliati non solo per le degustazioni estive.
Viña Extrísima Rosado Seco 2021 di Masia Bach è una delle proposte sul tema della cantina catalana, facente parte dello storico Gruppo Codorníu. Prodotto con uve Cabernet Sauvignon, Merlot e Tempranillo, questo vino della D.O. Catalunya è ideale per la tavola estiva.
Rosado 2021 di Enate è un vino della D.O. Somontano prodotto esclusivamente con Cabernet Sauvignon che l’azienda dell’Alta Aragona descrive come: “Un vino dall’anima bianca e dal corpo rosso che è stato progettato per giocare e vincere la Coppa dei Campioni”.
Rosado 2020 della cantina Castigliana Marqués de Caceres è prodotto con uve Tempranillo e Garnacha. Uve coltivate su terreni prevalentemente argillosi- calcarei che risentono del clima Atlantico, di tipo temperato.
Petit Caus Rosado 2020 di Can Ràfols dels Caus è prodotto con uve Merlot, Syrah, Tempranillo, Sumoll nella D.O. Penedès. Un rosato fresco, biologico nato, spiega l’azienda, come il resto delle proposte Petit Caus “con lo scopo di offrire vini onesti a un pubblico più ampio”.
Petit Verdot 2020, della storica azienda Pago del Vicario, è, senz’altro, un’eccellenza sul tema. Ottenuto da uve Petit Verdot, nasce, sottolinea l’azienda per entusiasmare gli amanti dei rosati ma anche per acquisire nuovi adepti tra i più scettici.