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© Credits Cantina Coppola 1489
Tra storia e leggenda si narra che, don Francesco Filippo Indellicati, religioso di Gioia del Colle (Bari), appassionato di botanica, alla fine del Settecento, individuò il vitigno simbolo della sua idea di rinnovamento viticolo. Un vitigno che fruttificava presto, il primo a maturare. Da qui, il nome Primitivo. Altri studi sembrano stabilire che l’origine del vitigno sia, comunque, molto antica, risalente, al popolo degli Illiri, stanziato nella parte Occiendale dei Balcani.
Questo vitigno pugliese ha origine nelle Murge, su terreni calcarei e argillosi e matura alla fine di Agosto. Una maturazione precoce che non impedisce agli zuccheri di aumentare la loro concentrazione. Ed è proprio la gradazione alcolica, la caratterista dei vini ottenuti con vitigno Primitivo (gradazione minima di 14 gradi per il Primitivo di Manduria secco DOC; 16 gradi per il Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG e, addirittura, 18 gradi per il Primitivo di Manduria Liquoroso DOCG).
Come stabilito da disciplinare, la vinificazione del Primitivo di Manduria può variare in base alla DOC di appartenenza. Il Gioia del Colle deve essere vinificato in purezza (solo uve primitivo coltivate nella zona della DOC), mentre a Manduria è consentito l’uso di altre uve. Il primo sarà un vino più snello e fine, l’altro più opulento e potente.
Primitivo 2020, della cantina La Rosa del Golfo, è 90% Primitivo. Apprezzato per il suo “sorso armonico, ben bilanciato nelle sue componenti e per la sua struttura, con una trama tannica ben levigata, che regala un retrogusto abbastanza persistente di frutto maturo accompagnato da una nuance di spezie dolci”. Per la recensione completa clicca qui.
Jèma Primitivo 2019 dell’azienda l’Astore Masseria, 100% Primitivo, regala un sorso vellutato “grazie a un tannino setoso e ben levigato. Al palato esprime un buon retrogusto di frutto maturo con delicata nota balsamica abbastanza persistente”. Per la recensione completa clicca qui.
Patitari 2016 di Cantina Coppola 1489, 100% Primitivo, propone “un ventaglio di profumi ampio, molto intenso e di qualità fine. Sentori floreali che ricordano un pot pourri di fiori rossi, seguono sentori di frutti di bosco a bacca scura e con delicata nota di fragolina. Chiudono note di spezie che ricordano la cannella e cardamomo”. Per la recensione completa clicca qui.
Infine, Metiusco 2021 di Palamà, 25 % Primitivo, è stato positivamente recensito per la sua “trama tannica, ben levigata, elegante e fine e la chiusura, persistente che lascia un piacevole retrogusto di cacao e macchia mediterranea”. Per la recensione completa clicca qui.